Drammatico
Buenavista
Apocalypse Now non è solo un film. È stato un evento straordinario, quasi un “corpo vivo” a sé. Qualcosa che va oltre tutto ciò che di magnifico ci viene mostrato sullo schermo cinematografico, e non solo per le sue vicissitudine storiche, per le incredibili “faccende” legate alla sua realizzazione, che hanno fatto sì che anni dopo, le riprese sul set della moglie di Coppola divenissero un vero “film sul film” (non un semplice documentario o backstage!), dal titolo Viaggio all’inferno. Pensato e scritto da John Milius e Francis Ford Coppola, quando ancora il Vietnam era una ferita aperta e iniziato a realizzare appena un anno dopo la fine delle ostilità (le riprese iniziarono il 20 marzo del 1976), Apocalypse Now - come racconta lo stesso Coppola - finì per diventare esso stesso un materiale esplosivo (“Non è un film sul Vietnam. È il Vietnam”), tirandosi addosso tutte le furie del mondo. Da un tifone che distrusse il set causando danni per oltre un milione di dollari, all’infarto che quasi uccise l’attore Martin Sheen, costringendolo a star fermo per oltre un mese, con il budget che saliva dagli iniziali 12 milioni di dollari a più di 31. Insomma per Coppola un bagno di sangue economico e fisico, con la troupe costretta per 238 giorni a vivere nella giungla filippina, luogo ideale per raccontare, attraverso il Conrad di Cuore di tenebra, l’orrore della guerra.
Ma non è solo l’orrore del Vietnam (pure presente e mai più così straordinariamente rappresentato) che il film mostra, ma quello della guerra in sé, di qualsiasi guerra. Guerra fatta dagli uomini e di uomini. Uomini veri, che hanno paura, che si divertono, che impazziscono. E uomini/eroi come il pluridecorato colonnello Kurtz (interpretato da Marlon Brando, che, per i pochi minuti in cui appare, pretese e ottenne svariati milioni di dollari), che sono ormai prigionieri e immersi nell’orrore della guerra a tal punto, da trasformarla in un luogo privato, metaforico dell’orrore umano. Per questo Kurtz deve essere annientato, perché rappresenta la guerra al suo stato estremo e forse più “puro”. E questa sua anti-ipocrisia non può che dar fastidio agli alti comandi, che così trovano la missione giusta per il delirio del capitano Willard, afflitto da una strana sindrome di spaesamento, ben rappresentata dalla sua follia e disperazione nelle sequenze iniziali del film.
“Andavo nel posto peggiore del mondo e ancora non lo sapevo” racconta Willard (Martin Sheen), un luogo dove comandanti esaltati, come il Colonnello Kilgore
(un grande Robert Duvall), possono decidere di far fare un po’ di surf ai loro ragazzi sotto le bombe dei mortai del nemico. Un luogo dove la morte è in agguato dietro ogni albero, o cespuglio. E dove essa viene dispensata in maniera del tutto arbitraria (vedi la scena della barca perquisita con il relativo massacro degli occupanti).
Willard risale il fiume alla ricerca del colonnello “impazzito” e, man mano che ne legge il dossier, la figura di Kurtz si delinea sempre meglio dentro in lui. Un personaggio dalle indubbie qualità, non un folle qualsiasi, e un po’ alla volta la curiosità di Willard si trasforma in una sorta di ammirazione. E quando dovrà compiere la sua missione segretissima (“porre fine al suo comando”), non lo farà tanto per obbedire agli ordini ricevuti, ma piuttosto per una specie di impulso interiore, di riconoscimento della necessità del sacrificio di Kurtz, che il Colonnello stesso sembra suggerirgli. Fino a trasformarsi, forse, egli stesso in Kurtz.
Film morale, sulla guerra sì, ma anche sull’uomo, sulle sue scelte, sulla follia che regola spesso i rapporti tra le persone, e sulla “necessità” della follia in un mondo assolutamente impazzito, Apocalypse Now resta un esempio insuperato di cinema di genere, che va assolutamente oltre il suo terreno, per trasformarsi in un dramma umano di dimensioni assolute.
Candidato a ben otto Oscar di cui due (sonoro e fotografia) vinti, Apocalypse Now è presentato in DVD in una confezione che ne permette di ricostruire le vicissitudini e le traversie. Il formato è widescreen, l’audio 5.1 (ma solo per la versione originale, 4.0 per quella italiana), con un’ampia scelta di sottotitoli, il trailer cinematografico originale, ampi estratti dalla brochure dell’epoca che ne permettono di ricostruire la storia delle riprese, più la famosa distruzione finale dell’accampamento di Kurtz, ormai “mitica”, comparsa/scomparsa a seconda delle versioni del film, che qui possiamo vedere accompagnati dal commento di Coppola, che ci racconta tutta la vicenda del “doppio” finale. Insomma un DVD che aiuta a capire e comprendere un fenomeno ed un evento, quel “non solo un film” che è stato Apocalypse Now